Parigi 1922
Il primo ventennio del ‘900 in Europa fu ricco di energia e fervore artistico. Parigi divenne la capitale di un rinascimento culturale, dando vita a quel periodo chiamato Les Années Folles. Furono Adrienne Monnier e Sylvia Beach a creare con il loro entusiasmo, in una Parigi eccentrica e all’avanguardia, una particolare comunità di artisti, in una via del quartiero latino che sarebbe diventata tra le più importanti di Parigi: Rue de l’Odéon.
La Maison Des Amis Des livres
Adrienne a soli 23 anni, figlia di un modesto impiegato delle poste, aprì nel 1915 al numero 7 di Rue d’Odeon, La maison des amis des livres, una libreria ma anche biblioteca circolante che faceva prestito di libri a piccoli circoli, promuovendo la letteratura contemporanea francese. L’idea di Adrienne era semplice, costruire un luogo in cui i francesi potessero esplorare la letteratura contemporanea e scoprire nuovi autori. Fondando la sua libreria, Adrienne Monnier creò questo mondo.
Adrienne Monnier, nel 1926, con un manifesto de la Maison des Amis des Livres
Guillaume Apollinaire e Gide saranno i primi clienti, seguiti da un’infinità di altri scrittori, Pierre Reverdy, Blaise Cendrars, Max Jacob, Paul Valéry, Léon-Paul Fargue, Jules Romains, Paul Claudel, Valéry Larbaud, Artaud, fino al dadaista Tristan Tzara, ma anche André Breton e Louis Aragon, futuri iniziatori del movimento surrealista. Adrienne scoprirà la letteratura anglosassone, grazie a Larbaud ma anche a Sylvia Beach, che sarà la compagna e il grande amore della sua vita.
Shakespeare and Company nel 1919, in Rue Dupuytren 8 Oggi un negozio di profumi
Sylvia Beach si trasferì dagli Stati Uniti in Francia nel 1901, in seguito alla nomina del padre a vice pastore della American Church di Parigi. Nel 1919, a 31 anni, Sylvia aprì una libreria specializzata in letteratura inglese e americana, Shakespeare and Company, in Rue Dupuytren 8. Il locale fungeva sia come negozio di libri che come sala da lettura. Due anni dopo, nell’estate del 1921, grazie all’amicizia con Adrienne, trasferì la sua Shakespeare and Company al numero 12 di Rue de l’Odéon. Quando le due librerie si trovarono una di fronte all’altra, Rue de l’Odéon diventò in poco tempo una delle più famose di Parigi.
Shakespeare and Company nel 1921, in Rue de l’Odéon 12. Oggi un negozio di abbigliamento
Sylvia Beach, vero e proprio anello di congiunzione tra la Francia e il mondo anglosassone, introdurrà Adrienne al giovane Hemingway appena sbarcato dagli Stati Uniti e a molti autori anglofoni, in particolare James Joyce che familiarizzerà con le due librerie.

La Shakespeare era una libreria anglo-americana che a differenza di quella di Adrienne, raccoglieva gli intellettuali americani e inglesi tra i quali Beckett, Hemingway (di cui pubblicò nel 1923 Three Stories & Ten Poems), Pound e Joyce. Sylvia faceva circolare titoli banditi nel Regno Unito e negli Stati Uniti, come L’amante di Lady Chatterley di Lawrence o l‘Ulisse di James Joyce, che censurato in quei due Paesi, venne stampato da Sylvia nel 1922 e tradotto da Adrienne, inaugurando così l’attività della nuova casa editrice. Il compito di Adrienne e Sylvia è quindi doppiamente difficile, affermarsi come donne, in un ambiente letterato molto chiuso, riformando sia la loro professione che il gusto di una clientela intorpidita.

Dopo pochi mesi dall’apertura della libreria Shakespeare and Company, le due libraie si trasferirono insieme in un appartamento al numero 18 della stessa via, iniziando così anche la loro lunga storia privata. Entrambe intrattenevano gruppi di scrittori nel loro appartamento, dove vissero per diciassette anni. Rue de l’Odéon, divenne il centro della vita letteraria di Parigi, in un periodo fantastico, in cui nascevano ogni mese nuove riviste e pubblicazioni letterarie d’avanguardia.
Tutto veniva messo in discussione, dalla musica alla letteratura, dalla pittura alla moda. Un periodo perfetto per tutte le donne artiste, fotografe, scrittrici, poetesse, che crearono una speciale comunità di intenti, una forza innovatrice, un nuovo modello di donna.
Sylvia e Adrienne, spinte da un’energia e una passione quasi militante per la promozione della letteratura contemporanea, mantennero separato il lavoro delle due librerie, promuovendo continuamente iniziative culturali, gruppi di lettura, convegni di poesia, incontri letterari. Entrambe le donne trasmisero con successo il loro entusiasmo per i libri e si dedicarono a cambiare le abitudini di lettura di molti francesi, oltre a sovvertire la convinzione che le donne fossero indifferenti ai libri.
Negli anni successivi, entrambe organizzarono nei rispettivi negozi letture di prosa e poesia, occasioni in cui scrittori più o meno noti presentavano la loro opera al pubblico. In quei momenti il negozio si trasformava in un piccolo salotto, la gente vi si accalcava per ascoltare le letture, venivano serviti aperitivi e spuntini, e gli ambienti si riempivano di conversazioni.

Gli interessi pubblici e privati di Sylvia e Adrienne si integravano al punto che non c’era differenza tra il loro legame professionale e quello personale. Come donne, editrici, libraie e femministe, entrambe rifuggirono da schemi sociali e riuscirono a comunicare la loro relazione omosessuale in maniera chiara. Ognuna di loro voleva una vita indipendente, al di fuori del matrimonio. Per Sylvia questa vita era raggiungibile solo prendendo le distanze dalla famiglia, allontanandosi il più possibile dalla madre, una donna che scaricava sulle figlie vari bisogni emotivi, e separandosi dal padre, un pastore presbiteriano. Adrienne invece, preferì restare a Parigi, la sua città natale, per mantenere un’esistenza vicina ai genitori ma separata.

Furono le libraie più rilevanti per la scena parigina, fino all’inizio della guerra, quando nel 1941 Sylvia fu costretta a chiudere la libreria e venne internata. La guerra chiuse l’epoca magica di Rue De l’Odéon e con lei anche la decisione di Sylvia, di non riaprire più la libreria. La profonda relazione tra le due donne durò 37 anni. La fine di quel mondo si concluse tragicamente con il suicidio di Adrienne nel 1955.

Sebbene amanti della scrittura, entrambe non hanno lasciato scritto niente della loro relazione, gli aspetti intimi restano celati dietro la loro discrezione innata. Questo rapporto si fondava su un forte impegno intellettuale e professionale, unendo due vite messe al servizio degli altri, e forse per questo Adrienne e Sylvia non furono costrette a scegliere tra i due modelli dominanti della sessualità lesbica. Entrambe si erano dedicate a vite indipendenti e reciprocamente appaganti, ed è forse per questo che la loro lunga amicizia dimostrò un egualitarismo insolito nei rapporti omosessuali ed eterosessuali dell’epoca.

Oggi, al 37 di Rue de la Bûcherie c’è una nuova Shakespeare and Company, una libreria aperta nel 1951 da George Whitman, che, dopo la morte di Sylvia Beach, prese il nome della storica libreria, che lui definiva “un’utopia socialista mascherata da libreria”. Oggi è gestita dalla figlia di Whitman, che porta anche lei il nome Sylvia.
Sylvia Beach Sylvia Whitman
Ricordare Sylvia Beach principalmente per aver pubblicato l’Ulisse di Joyce, significa mistificare il lavoro che ha fatto in tanti anni nella sua libreria. Rivisitare la sua storia e quella di Shakespeare and Company rivela che le sue radici affondano nell’attivismo femminista del primo Novecento e in particolare, nella profonda convinzione che le donne abbiano tutti i diritti per avere una vita intellettuale e professionale.