Descrizione
La nobildonna Elisabetta Cornaro Foscarini nacque da una delle famiglie più prestigiose di Venezia, i Cornaro. Per quattro volte un congiunto della nobildonna salì al seggio dogale, mentre la sorella, Caterina Cornaro, divenne Regina di Cipro.
Nel 1712 andò in sposa al Procuratore di San Marco, Pietro Foscarini e fu lui nel 1680 a ricoprire l’incarico di “Capitano di Vicenza”. Il 29 agosto del 1745 Pietro Foscarini morì lasciando alla vedova Elisabetta l’usufrutto di tutti i suoi beni.
Elisabetta chiamata anche la Procuratessa si ritirò nella Villa di Gurgo Muleudimorum (Gorgo al Monticano) dove l’attività principale era la produzione dei bacchi da seta allevati nel grande Granaio.
Elisabetta Cornaro Foscarini divenne amica e amante di Marco Foscarini, fratello del defunto marito, il cinquantanovesimo Doge di Venezia. Marco ed Elisabetta vissero e rimasero proprietari della Villa Foscarini Cornaro fino all’anno 1811.
Giovanni Niccola Bandiera nacque a Siena nel 1695. Dopo aver studiato filosofia e diritto ed aver per qualche tempo praticato la professione forense, nel 1719 divenne sacerdote. Nel 1721 si trasferì a Roma, dove fu cappellano nell’oratorio di S. Girolamo della Carità e poté dedicarsi allo studio della letteratura, della storia e della teologia. Familiare dei principi Colonna, ebbe frequenti contatti col mondo intellettuale romano dell’epoca e fu profondo conoscitore della lingua e della cultura francese.
Nell’aprile del 1725, in una lettera inviata da Roma, il Bandiera chiedeva al Benvoglienti di poter essere nominato Accademico Intronato e ne fu accolto col nome di Imbrogliato. Nell’estate del 1726 si recò a Napoli dove conobbe Giambattista Vico. Dopo varie opere inedite, nel 1740 pubblicò a Venezia, anonimo, un Trattato degli studj delle Donne in due parti diviso. Opera d’un Accademico Intronato, che attirò subito l’attenzione per l’originalità delle tesi esposte e per la spregiudicatezza di certe affermazioni. Intorno al libro e al suo autore si accesero numerose polemiche e a Roma si tentò anche di mettere l’opera all’Indice, ma senza effetto.
Il Trattato voleva dimostrare come non solo agli uomini, ma anche alle donne convenissero gli studi più severi e impegnativi, come quelli della filosofia, della fisica e della teologia. Per questo studio, il Bandiera fu definito “un bello spirito”, ma alcune sue affermazioni sulla falsità di certe notizie contenute in un libro dei padri filippini Gallonio e Bacci dedicato alla vita di S. Filippo Neri, e su un presunto giudizio poco lusinghiero dei cardinal Bembo relativo alle Epistole di San Paolo, scatenarono aspre polemiche.
Nel 1750 gli fu conferita una cattedra di teologia a Torino, ma Benedetto XIV, suo protettore, lo fece rimanere a Roma, assegnandogli anche una pensione, fino alla morte nel 1761.